Tiranti Cesare & Flaminio.
Flaminio Tiranti figlio di Cesare chiamato affettuosamente in officina “Sor Nino”, era un abile tecnico che per decenni condusse l’officina meccanica ed elettromeccanica fondata dal padre. Per una serie di equivoci, in genere i meriti storici sono sempre attribuiti appunto al padre Cesare, ufficialmente titolare. Ma invece la produzione fotografica fu pensata e voluta proprio da Flaminio Tiranti. Flaminio, fissò la sede della propria “Costruzione Apparecchi Fotografici” in viale delle Mura Aureliane al numero 19, presso l’officina fondata dal padre.
L’officina dei Tiranti nasce negli anni Quaranta per una produzione destinata alle Forze Armate. Finito il conflitto, e dunque cessata la commissione militare, la produzione viene quindi riconvertita all’ indirizzo civile, sempre restando nell’ambito fotografico. Esordì così la “Cinefoto“, che vede la luce nel 1948. Si tratta di un apparecchio fotografico per multi riprese, munito di otturatore a ghigliottina e con obiettivo a fuoco fisso: sulla lastra 9xl2 si possono riprendere quarantotto fotogrammi singoli, ciascuno di 13×14 mm. Dunque la lastra è divisa in otto pose sul lato lungo per sei sul lato inferiore. Questa “Cinefoto” è anche conosciuta con la definizione gergale di “Roma 48“, nata proprio in certificazione delle tante esposizioni possibili (ma perché non pensare a una celebrazione anche dell’anno di inizio della produzione, giusto il 1948?).
Più singolare, è comunque il progetto dei Tiranti relativo a una 6x9cm professionale, da confezionare a misura delle esigenze del nascente reportage di cronaca. Nasce così la Summa un apparecchio professionale per lastre fino al formato di 6x9cm e caratterizzato dalla presenza di una torretta girevole su cui potevano essere montati 3 obiettivi: Angulon 65mm, Xenar 105mm e Tele Xenar 150mm magari per parare il colpo dell’alto costo delle Speed Graphic utilizzate dai reporter statunitensi. Subito dopo vede la luce la Summa Report, due ottiche da ripresa con due ottiche da visione.
Durante la produzione della Summa Report, non vi furono sostanziali modifiche dal progetto iniziale. Solo su richiesta dello studio fotografico LUXARDO di Roma, su una Summa Report venne montato un tele (250mm?) al posto dell’ottica standard, ed un 120mm della Rodenstock al posto dello Schneider Angulon da 65mm.