Silvestri
Vincenzo Silvestri nasce a Pistoia il 29 marzo 1940, inizia fin da ragazzo, come è capitato a tantissimi italiani che hanno vissuto in quel periodo storico di entusiasmo e ricostruzione, ad andare ad imparare un lavoro presso un’officina che si occupava di meccanica generica.
La meccanica viene da lui vissuta come costruzione, geometria, numeri e manualità, non si tratta soltanto di un’occupazione che gli permette d’avere il suo primo reddito, ma anche di un’occasione che lo fa riflettere sulle proprie capacità manuali, ideative ed estetiche.
Nel 1961 Vincenzo cambia attività e si trova a lavorare come dipendente presso un’azienda che si occupa di riproduzioni artistiche. Questo lavoro lo impegnerà fino al 1966.
Nel 1967, apre un suo studio fotografico a Firenze, anche quegli anni sono speciali perché circolano nuove idee tra i giovani che iniziano ad avere una visione diversa della vita, il 1968 porta un cambiamento sociale che induce le persone a ricercare di realizzarsi non soltanto per motivi economici, ma soprattutto attraverso il perseguimento di obiettivi positivi e nel tentativo di compiere qualcosa di personale con le proprie capacità o con il proprio ingegno.
L’idea di proporre un prodotto nuovo, in una nicchia del mercato internazionale della fotografia si fa largo in Vincenzo Silvestri agli inizi degli anni 1980, quando, parlando con l’archittetto Nustrini di Firenze, un fotografo che fu anche pilota e progettò l’aeroporto di Oakland in USA, emerse il desiderio di disporre di una fotocamera grandangolare per usi architettonici.
Nustrini mise insieme un apparecchio rudimentale per foto di architettura, si basava su un dorso della Mamiya RB 67 completo di magazzino della stessa. Il dorso era applicato ad una piastra in alluminio con un foro fisso decentrato in alto, sul quale era applicato un obiettivo Super Angulon 47mm completo di elicoide, credo che mio cugino Marcello Silvestri (fotoriparatore) avesse partecipato all’operazione.”
In quel periodo, proprio perché tra i fotografi nel giro di conoscenze di Silvestri esisteva un’effettiva richiesta di questo genere di prodotto, Vincenzo decise di credere in questo progetto, e studiare una fotocamera nuova che poi prese il nome di SLV, una sigla che in qualche modo celebrava l’amore di un giovane imprenditore per la propria famiglia, ciò avvenne in una prima fase in cui nello studio di Firenze si realizzavano i progetti delle fotocamere con disegni e rudimentali prototipi di pre-produzione.
Nel 1983 Vincenzo Silvestri chiude il proprio studio fotografico e si dedica alla produzione della SLV, il suo primo modello di fotocamera con la possibilità di decentramento di 25 mm verso l’alto, oppure verso il basso, dotato inizialmente di ottica fissa Super Angulon Schneider da 47 mm.
La SLV venne distribuita all’inizio soprattutto in Gran Bretagna, Usa, Canada, Francia, Germania e Giappone, grazie a Lorenzo Cattaneo di Genova.
Silvestri ricorda con particolare soddisfazione quella prima fase gloriosa della sua avventura imprenditoriale, quando l’azienda era ancora a Firenze ed il successo commerciale era arrivato velocemente, erano gli anni dal 1983 al 1999, in quell’epoca i pezzi erano realizzati in officine esterne e poi assemblati in Silvestri.
Nel 1999 Silvestri si trasferisce nella nuova sede di Montespertoli e si dota di macchinari propri a controllo numerico e la precisione dei prodotti migliora ulteriormente.