Ferrania SpA
La fine della prima guerra mondiale segnò la riconversione industriale della S.I.P.E., azienda nata nel 1915 a Ferrania nell’entroterra savonese, da industria per la produzione di materie esplodenti a fabbrica per la produzione di celluloide; conseguente anche il cambio della ragione sociale in F.I.L.M. (fabbrica italiana lamine Milano).
Nasceva dunque nel 1923 l’embrione quella che era destinata a diventare la più grande azienda fotografica italiana. Nel 1935 l’acquisizione della Cappelli di Milano, azienda che produceva lastre sensibili e apparecchi per dilettanti, portò all’ulteriore cambio di ragione sociale in “Fabbriche Riunite Cappelli e Ferrania”.
Nel 1938 ancora un cambio di nome; nasceva finalmente la “Ferrania”, questo marchio era destinato a durare per circa 30 anni fino all’acquisizione, a metà degli anni ’60, da parte del colosso americano 3M. Nel frattempo l’acquisizione della FILMA di Torino e della FIAMMA di Firenze consentì alla Ferrania di entrare nel mondo della produzione delle fotocamere destinate al dilettante. Da subito la strategia commerciale della Ferrania uscì dagli schemi provinciali di una produzione pensata e realizzata da artigiani per altri artigiani con l’adozione di tecniche di produzione e di marketing tipiche della grande industria internazionale.
Un uso intenso e diffuso della pubblicità dei propri prodotti, la creazione di una rivista dall’omonimo nome imposero in breve la Ferrania come leader del settore in Italia, capace di farsi apprezzare in Europa e in America per la qualità della sua produzione (soprattutto per le pellicole); in ciò un ruolo non secondario ebbe il grande interesse che il cinema italiano del dopoguerra riscosse in tutto il mondo utilizzando in molti casi per la realizzazione dei films pellicole fabbricate proprio dalla Ferrania.
La produzione di materiale sensibile restò sempre l’attività fondamentale dell’azienda ed era tutta realizzata negli stabilimenti di Ferrania; la produzione di macchine fotografiche si concentrò invece inizialmente negli stabilimenti milanesi ex Cappelli e in seguito, quando la Ferrania stipulerà nel 1947 un accordo commerciale con la Galileo, anche negli stabilimenti di Firenze di quest’ultima.
L’interesse della Ferrania nella produzione di fotocamere era concentrato soprattutto su apparecchi semplici, destinati ad una diffusione quanto più possibile di massa, che facessero da traino al consumo di pellicola; non di meno alla semplicità costruttiva si contrapponeva una ricerca estetica “moderna”, il classico bello stile italiano che produsse comunque oggetti raffinati e seducenti : la bella Delta, l’accattivante Rondine, la moderna Tanit e tante altre ancora.
Che la Ferrania pensasse in grande il proprio futuro industriale era dimostrato dalle risorse profuse nella promozione commerciale del marchio e dei prodotti. Negli anni che vanno dal 1940 al 1960, fu l’azienda che più di tutte in Italia utilizzò la pubblicità per promuovere e vendere pellicole e carte, macchine fotografiche e accessori per la fotografia; tutte le riviste italiane dell’epoca furono generosamente e ripetutamente “sponsorizzate “ dalla Ferrania, ma anche riviste francesi, tedesche, inglesi, americane ed altre ancora illustrarono i vari prodotti dal celebre logo.
E poi furono prodotti gadgets di vario tipo: posacenere, fermacarte, splendidi termometri smaltati che ancora oggi è possibile vedere in alcune località di montagna e tanto altro ancora; in altre parole la Ferrania fu l’unica tra le aziende italiane operanti nel mercato della fotografia in grado di competere per lungo tempo quasi alla pari con colossi quali Kodak e Agfa.