COSTRUZIONI FOTOGRAFICHE CLOSTER
Nel 1949 alcuni dipendenti della Rectaflex decisero di mettersi in proprio e costituirono la società Costruzioni Fotografiche Closter con sede a Roma.
Attiva fino alla metà degli anni 60, soprattutto nei primi anni di vita produsse fotocamere di buona qualità a prezzi assolutamente convenienti, inoltre rispetto ad altre realtà produttive italiane del settore fu molto attenta e moderna nell’affrontare il mercato con una rete di distributori diversificata a coprire tutto il territorio nazionale ed un uso intensivo della pubblicità sulle più importanti riviste fotografiche e non.
Il primo apparecchio prodotto fu nel 1949 la Closter II, un apparecchio per pellicola 35 mm
e negativi 24×36 mm, piccola, semplice ma completo che venne presentato come “ la più economica macchina fotografica di lusso del mondo”.
Questo apparecchio fu prodotto per meno di due anni e nonostante ciò se ne conoscono due versioni che differiscono per il massimo tempo di otturazione.
Nel 1950 alla Fiera di Milano venne presentata la Closter II A sempre per pellicola 35 mm, dall’aspetto abbastanza simile al precedente modello e con un obiettivo di qualità migliore.
L’autore dell’articolo di presentazione affermava tra l’altro che “ la Closter è oggi la macchina fotografica più venduta in Italia”.
Nel 1951 la Closter II A subì alcune piccole modifiche estetiche ma soprattutto venne dotata della sincronizzazione per il flash.
Questo apparecchio fu presente nei listini Closter fino al 1955 e si può stimare che gli apparecchi prodotti furono circa 10.000.
Nel 1952 venne presentata la Closter II B che rispetto al modello A montava un obiettivo più luminoso; fu prodotta all’incirca fino al 1954.
Sempre nel 1952 alla Fiera di Milano venne presentata la Princess, la capostipite di una famiglia di apparecchi che caratterizzarono la produzione Closter distinguendola dalla concorrenza.
Si trattava di un apparecchio per pellicola 35 mm e negativo 24×36 mm con regolazione della messa a fuoco a mezzo di telemetro; tale regolazione si effettuava con un sistema brevettato dalla stessa Closter e più precisamente mediante un bottone girevole presente sulla parte superiore del corpo dell’apparecchio su cui era riportata anche la scala in metri delle distanze.
Inoltre l’otturatore di questo apparecchio, sempre di fabbricazione Closter, consentiva tempi da 1 sec a 1/300.
Nel 1954 la Princess venne affiancata dalla Princess Junior, più economica rispetto alla sorella maggiore, in pratica lo stesso modello privo di telemetro.
Il 1955 vide la presentazione di altri due apparecchi della famiglia Princess: la Princess S e la Princess Junior S che andarono ad affiancare i modelli già presenti.
La S stava per Standard e questi apparecchi, ovviamente simili ai modelli senza S, si diffe- renziavano per la presenza di un otturatore con prestazioni più modeste, derivato dal Closter II A, e per un prezzo ovviamente inferiore ai modelli di riferimento.
Il 1956 vide la nascita dell’apparecchio Sport; questa fu sicuramente la fotocamera Closter più venduta e si può stimare che in circa 5 anni di presenza sul mercato furono prodotti circa 40.000 pezzi totali.
Era un apparecchio sempre per pellicola 35 mm e negativi 24×36 mm con caratteristiche tecniche decisamente modeste rispetto alla produzione precedente che era ovviamente venduta ad un prezzo molto contenuto (8.700 lire contro le 29.400 di una Princess o le 21.900 lire di una Princess Junior)
L’apparecchio Sport subì più volte piccole modifiche (in totale 4 versioni diverse) alcune delle quali disponibili anche in versione colorata con rivestimento in 6 tinte diverse.
Il 1957 vide una piccola rivoluzione nella famiglia Princess con l’introduzione di un nuovo modello e l’uscita dai listini dei 4 modelli fin qui prodotti; il nuovo modello fu denominato senza molta fantasia Princess 2^, era sempre per pellicola 35 mm e munito di telemetro accoppiato alla messa a fuoco.
Le principali differenze rispetto al modello alla Princess erano:
Un nuovo obiettivo più luminoso (50/2,8 anziché 50/3,5)
Un nuovo otturatore anche se con prestazioni simili al precedente
Un nuovo bottone bottone per l’avanzamento della pellicola, più grande, che consentiva un maggiore velocità nello scatto
Il paraluce incorporato nell’obiettivo ed estraibile
In un primo momento la Princess 2^ era disponibile sia con il nuovo obiettivo che con il precedente meno luminoso.
Nel 1958 iniziò la produzione della Princess Record che, seguendo la tradizione Closter, era come la Princess 2^ senza però il telemetro e montava l’obiettivo meno luminoso; da quel momento la Princess 2^ fu disponibile solo con l’obiettivo 50/2,8.
Il 1959 fu l’anno dell’apparecchio Olympic il cui nome prendeva spunto dalle Olimpiadi previste a Roma per il 1960.
Era questo un apparecchio economico, per pellicola formato 127 su cui produceva 16 negativi di 3×4 cm; anche la Olympic era disponibile in versione colorata con rivestimento in 6 tinte diverse.
Iniziava a partire da questo apparecchio un costante declino.
Nel 1961 furono presentati 3 nuovi apparecchi fotografici, tutti di tipo economico e nel contempo nei listini Closter non furono più indicati i modelli della serie Princess e l’apparecchio Sport.
Uno degli apparecchi presentati fu la Standard, un apparecchio per pellicola 127 e formato 3×4 cm ancora più semplice ed economico della Olympic.
Furono presentati anche gli apparecchi C 60 e C 61, due apparecchi per pellicola 35 mm e formato 24×36 mm con aspetto praticamente identico e piccole differenze che riguardavano la regolazione dell’otturatore e dei diaframmi.
Nel 1963 iniziò la produzione degli apparecchi C 62 e C 63 sempre per pellicola 35 mm e formato 24×36 mm che prima affiancarono e poi sostituirono i modelli C 60 e C 61.
All’incirca in questo periodo (1964-1965) la produzione degli apparecchi fu trasferita da Roma a Milano, venne a tale scopo costituita una nuova società denominata NUOVA CLOSTER – costruzioni foto-cine-ottiche con sede in via Chinotto 40.
La nuova società nel proprio listino continuò a mantenere gli apparecchi per pellicola 127 Standard e Olympic a cui affiancò due “nuovi” modelli, Sprint e Derby, per pellicola 35 mm; nella sostanza però la novità era costituita solo dal nome perché queste ultime fotocamere erano la copia della C 63 e della C 62.
Gli apparecchi prodotti a Milano erano riconoscibili perché l’obiettivo era marcato Lambron, un nome di fantasia che induce a ipotizzare che la produzione vera e propria fosse delegata probabilmente presso una azienda specializzata in lavorazioni per conto terzi che aveva la propria sede nel quartiere milanese di Lambrate.
Durante la propria attività la Closter produsse anche apparecchi con altri marchi, in particolare si conoscono apparecchi marcati Antopas e probabilmente destinati ad essere commercializzati a Napoli presso il negozio di Antonio Pascotto.
Si sono potuti osservare un modello, denominato semplicemente Antopas, identico alla Princess Record però con obiettivo 50/2,8 ed un secondo modello, denominato Antopas II Baby, pressochè identico alla C 61.