Serial Number: 341032
Year: 1953
Officine Galileo Gami 16 “NON VENDIBILE” versione in Feet per il mercato americano
Questo modello era fatto esclusivamente per i rappresentanti delle Officine Galileo che andavano dai negozianti con questa fotocamera per uso dimostrativo finalizzato alla vendita.
Alla Fiera di Milano del 1953 le Officine Galileo di Milano presentarono un apparecchio che nel suo genere rimase insuperato, la GAMI 16. Questa fotocamera fu fortemente voluta dall’allora direttore dello stabilimento, e appassionato fotografo, Ing. Ambrogio Carini che fu il diretto ideatore della fotocamera al cui progetto iniziò a lavorare ancor prima della fine della guerra. La presentazione della Gami fu accolta in modo entusiastico dalla stampa specializzata:
-“….Grande affermazione italiana nel delicato settore dell’ottica e della meccanica d’alta precisione….”(La Gazzetta della Fotografia) -“….Novità molto importante nel campo delle minicamere….interessante apparecchio con cui l’industria italiana dice una sua parola nuova e aggiornatissima….”(Il Corriere Fotografico) – “…. La Gami lascia perplessi ed ammirati gli intenditori. Facile nell’uso, razionale, leggera, di minimo ingombro, tascabile ma solidissima….è l’apparecchio di precisione degno di stare all’avanguardia….”(Il Progresso Fotografico) – “….è di gran lunga la novità più interessante della produzione italiana la nuovissima GAMI costruita dalle Officine Galileo di Milano….Ci è noto che già vivissima è la curiosità e l’interesse in Europa ed in America….”(Fotografia).
Dal punto di vista tecnico la Gami 16 era una microcamera per pellicola 16 mm in caricatori speciali (GAMI = GAlileo MIcrocamera) di dimensioni ridotte, costruita interamente in metallo di buona qualità ed in modo da potersi chiudere a proteggere gli organi più delicati formando un astuccio poco più grande di un pacchetto di sigarette e del peso di circa 300 g.
Le principali caratteristiche tecniche erano: – formato del negativo di 12×17 mm (10×17 mm usando pellicola perforata) – obiettivo Galileo Esamitar 25/1,9 a sei lenti con trattamento antiriflettente e diaframma regolabile da 1,9 a 11 – filtro giallo incorporato sotto il frontalino e inseribile a mezzo di una levetta – messa a fuoco a mezzo di telemetro da 50 cm all’infinito – otturatore con tempi da ½ a 1/1000 di secondo + B e sincronismo per il flash (il contatto era posizionato all’interno della madrevite per il cavalletto ed era necessario l’uso di un apposito accessorio) – esposimetro ottico ad estinzione che era direttamente accoppiato ai comandi della velocità di otturazione, dell’apertura del diaframma e dell’indicazione della sensibilità della pellicola in uso. La sensibilità andava impostata scegliendo tra una serie di valori compresi tra 6 e 100 ASA.
A partire dal 1957 ca la scala venne modificata ed i valori tra cui scegliere furono compresi tra 12 e 200 ASA; dal punto di vista collezionistico questa versione spesso viene detta GAMI II. Aprendo l’apparecchio lo sportello anteriore che copriva l’obiettivo ruotava su di un perno ed andava a formare una comoda maniglia che facilitava l’impugnatura. La Gami 16 disponeva di un motore a molla per l’avanzamento della pellicola e la ricarica dell’otturatore che permetteva 3 scatti anche in rapida sequenza; la ricarica del motore si effettuava automaticamente chiudendo lo sportello anteriore. Il mercato che più si dimostrò ricettivo nei confronti di questo apparecchio fu quello americano, per questo vennero prodotte un discreto numero di Gami con valore della distanza in piedi (dette anche GAMI U.S.A e GAMI II U.S.A).
Malgrado l’ottima accoglienza ottenuta tra gli addetti ai lavori il risultato commerciale in termini di vendite non fu esaltante se consideriamo che in circa 10 anni di presenza sul mercato e malgrado un costante impegno pubblicitario gli esemplari prodotti possono essere calcolati in un totale di circa 5000.